Make forests great again

Home / Ambiente / Make forests great again

Make forests great again

I boschi che ci circondano sono parte del nostro immaginario collettivo e il folklore locale è sempre legato agli alberi e all’ambiente boschivo. Cerchiamo di capire perché le foreste sono così importanti e in che modo ci sono utili nella lotta al cambiamento climatico e quali sono invece i miti “verdi” da sfatare.

Se parliamo di foreste pensiamo innanzitutto alle verdi distese dell’Amazzonia. Partiamo proprio dalla foresta pluviale più conosciuta per delineare lo stato di salute dei polmoni del nostro pianeta e studiare l’impatto che la specie umana ha avuto su questo delicato ecosistema. Negli ultimi decenni la foresta amazzonica (che si estende in Sud America principalmente nello stato del Brasile) si è trovata sotto forte pressione antropica, sia per gli incendi dovuti alla necessità di liberare aree agricole necessarie alla produzione di soia per gli allevamenti industriali, sia per il disboscamento dovuto ad una crescente richiesta da parte dell’industria del legno. Questa pressione ha minato pesantemente la struttura della foresta pluviale e il suo ecosistema, tanto che alcuni studi ipotizzano che l’Amazzonia, così per come la conosciamo, potrebbe essere ad un decisivo punto di non ritorno. Cosa significa? Che la più estesa superficie forestale del Sud America potrebbe ben presto tramutarsi in savana, perdendo quella eccezionale capacità di assorbire CO2 ma anzi andando a rilasciare in atmosfera l’equivalente di sette anni di emissioni antropiche (e considerando che ci restano solo 8 anni per ridurre drasticamente le emissioni climalteranti questa notizia non è decisamente rassicurante). Potremo essere dunque l’ultima generazione a ricordare la foresta Amazzonica come foresta pluviale e culla di biodiversità.

Si può invertire la rotta ed evitare che questo accada? Certamente. La finestra temporale in cui agire è ristretta, ma c’è ancora speranza. Quello che possiamo fare per fermare le deforestazioni a livello globale è ridurre, se non fermare, qualsiasi progetto che veda la devastazione delle foreste primarie. Tutto ciò per noi consumatori, si traduce in una riduzione drastica dei prodotti provenienti da zone a rischio disboscamento (quindi prodotti in legni esotici ma anche prodotti alimentari allevati nelle radure dove prima c’era la foresta pluviale, come bresaole, carne di manzo, olio di palma, ecc).

La riforestazione su larga scala è una soluzione ma non l’unica soluzione su cui dobbiamo contare per mitigare i cambiamenti climatici. Ricordiamoci sempre che gli alberi sono esseri viventi e anche loro, come noi, sono soggetti a stress climatici, tra cui stress idrici e di temperatura che minano la loro permanenza e proliferazione su un territorio.

©LaRepubblica

La riforestazione è un’ottima soluzione invece in ambito urbano: le nostre città, ormai invase da asfalto e cemento, creano delle isole di calore che alimentano le canicole estive. Piantare alberi (in modo intelligente) in città permette di abbassare le temperature percepite sia tramite l’ombreggiamento delle chiome sia con la traspirazione delle foglie. Una soluzione a portata di mano che le nostre amministrazioni fanno ancora fatica ad applicare per lasciare il posto a parcheggi e nuove strutture.

E in Italia? Qual’è lo stato delle foreste nostrane? Nel nostro Paese la superficie boschiva è del 36%, valore superiore alla media mondiale (sembra incredibile pensare ad una percentuale così alta di boschi) dovuta essenzialmente all’abbandono delle terre agricole, dove gli alberi hanno potuto riprendersi gli spazi. Un uso sostenibile del nostro patrimonio boschivo può aiutarci a mitigare l’aumento di temperatura e la perdita di biodiversità e deve tenere conto degli stress futuri a cui i nostri boschi andranno incontro: incendi, periodi di siccità, venti estremi, aumentando la resilienza dei boschi e le loro capacità di assorbire CO2.

Nella nostra quotidianità dovremo essere grati e avere cura delle foreste: sono un patrimonio naturale dal valore storico e ambientale inestimabile. Sebbene la società ci prometta futuristici macchinari in grado di catturare la CO2 dall’aria, ricordiamoci che la natura ci ha già messo a disposizione (da qualche miliardo di anni) questa tecnologia a costo nullo che in futuro sarà sicuramente l’alleato dell’umanità nella lotta alla crisi climatica.

Fonti

L’Amazzonia rilascia più CO2 di quanta ne riesca ad assorbire

Amazon rainforest now emitting more CO2 than it absorbs

Using Trees and Vegetation to Reduce Heat Islands

Immagini

L’Amazzonia rilascia più CO2 di quanta ne riesca ad assorbire

Foreste, un patrimonio che ricopre un terzo del territorio italiano