Purtroppo, il secolo XXI è segnato da alti livelli di ansia, una malattia che affligge gran parte della popolazione mondiale. Mentre molti pensavano che l’ansia fosse una malattia che si sviluppava con frequenza soltanto negli adulti, ricerche recenti ci hanno confermato che anche i giovani stanno sviluppando questa patologia.
Prima di andare al sodo del problema, proviamo a capire cos’è l’ansia.
L’ansia coinvolge fattori cognitivi, comportamentali, affettivi, fisiologici e neurologici che modulano la percezione dell’ambiente da parte dell’individuo e provocano risposte specifiche stimolando un qualche tipo di azione. In termine semplice, è il nostro meccanismo naturale di difesa.
Questo meccanismo di difesa viene azionato ogni volta che percepiamo un pericolo di natura conosciuta o sconosciuta. Però, i problemi che i nostri giovani stano affrontando al momento, vanno oltre a quello che le generazioni precedenti hanno scontrato finora. Per la prima volta nella storia dell’umanità, la vita sulla Terra è minacciata d’estinguersi a causa del cambiamento climatico.
La comunità di Avaaz ha appena finanziato la più grande ricerca mai realizzata sull’ansia per il cambiamento climatico nei bambini e nei giovani, intervistando 10mila persone in 10 paesi in tutto il mondo.
I livelli di ansia trovati in ogni paese sono molto alti, però non sono dovuti soltanto ai disastri climatici, ma anche alla consapevolezza che i governi non stanno prendendo provvedimenti concreti per fermare la crisi.
La ricerca ha scoperto che:
- Quasi la metà (45%) dei giovani intervistati credono che l’ansia climatica colpisca direttamente la quotidianità;
- Il 75% sentono di aver paura del futuro, arrivando all’81% dei giovani inPortogallo e al 92% nelle Filippine;
- Più della metà (58%) sentono che i governi stanno tradendo questa e/o le generazioni future, mentre il 64% ha affermato che i loro governi non stanno facendo abbastanza per evitare una catastrofe climatica;
- Quasi quattro giovani su dieci (39%) non sono sicuri di voler avere dei figli.
Questi dati ci dimostrano quanto i giovani stanno sentendo il peso di una responsabilità che sia le generazioni precedenti sia i governi stanno mettendo sopra le future generazioni. Questo peso non appartiene soltanto ai giovani, ma anche a ogni uno di noi e principalmente ai governi che continuano a incentivare un’economia capitalista ed estrattivista, quando invece ci troviamo davanti a un’emergenza climatica a livello globale che richiede profondi cambiamenti strutturali e sistemici. Stiamo alimentando un sistema che lascia alle spalle la disuguaglianza sociale, economica e di risorse, e quest’ultima è il punto di partenza dei nostri problemi socio ambientali più complessi.
La sensazione di frustrazione presente nelle persone più giovani – come descritto dallo studio – è stata evidenziata alla conferenza “Youth4Climate” di Milano attraverso le parole di Greta Thunberg (18) nel già iconico discorso “basta bla bla bla” dove la attivista ha detto che “non si può più andare avanti con il bla bla bla, green economy bla bla bla, decarbonizzazione bla bla bla”. Thunberg si è fatta conoscere in tutto il mondo per aver dato inizio alle manifestazioni studentesche Fridays For Future (Venerdì per il Futuro), organizzate per chiedere non solo ai Governi ma anche alle amministrazioni locali politiche e azione più incisive per contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Thunberg, nel suo stile commovente, ha affermato che “questo è tutto ciò che sentiamo da parte dei nostri leader. Parole che sembrano meravigliose ma che finora non hanno portato ad azioni concrete. Le nostre speranze e ambizioni annegano nelle loro promesse vane.”
Fonti:
https://secure.avaaz.org/campaign/it/climate_anxiety_briefing_2021/
https://www.onuitalia.com/ansia/
https://www.ilpost.it/2021/09/28/greta-thunberg-conferenza-cambiamento-climatico/https://www.nucleodoconhecimento.com.br/psicologia-it/strumenti-utilizzati
Immagini:
Copertina Keenan Constance on Unsplash
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